venerdì 18 gennaio 2013

VdL - Ecocucina

"Tutti i libri e i siti di cucina che siete soliti consultare offrono ottimi consigli e ricette su come utilizzare le parti nobili dei prodotti. Questo modo di cucinare genera però una grande quantità di scarti alimentari, come bucce, gambi e foglie, che sono invece commestibili."     L.Casali

Circa un annetto fa ho avuto la fortuna di imbattermi nel blog di Lisa Casali, se non lo conoscete ancora fateci un salto perché ne vale davvero la pena. 
Me ne sono letteralmente innamorata perché è diverso da qualsiasi blog di cucina...parla di risparmio, di azzerare gli sprechi e di ottime ricette, neanche tanto difficili per le mie scarse capacità, insomma perfetto per me! Il suo progetto (blog e libri) è davvero controcorrente rispetto alla nostra economia di mercato, tutta orientata al consumo sfrenato di qualsiasi cosa, cibo compreso, ma di grande attualità se pensiamo alla famigerata crisi economica, che ci sta se non altro insegnando a ridimensionarci un pochino, al movimento della decrescita felice e, cosa che forse mi sta più a cuore, al problema dei rifiuti.
Ma ci pensate a quanta spazzatura si produce in cucina? E non mi riferisco solo ai contenitori, alla plastica e alle varie carta forno, alluminio, etc...parlo proprio degli scarti alimentari, bucce, foglie esterne, semi vari.
Lisa ci insegna trucchi e strategie per sfruttare tutto quello che è sfruttabile degli alimenti, a patto ovviamente che provengano da agricoltura biologica e biodinamica. Leggendo prima il blog e poi spulciando tra le pagine del libro ho trovato tanti spunti interessanti, oltre che delle rivisitazioni di ricette che già preparavano le nostre nonne (come certo saperte, per necessità nei periodi bui si mangiavano anche bucce e baccelli).
Insomma se siete curiose come me e vi va di sperimentare, questo libro ve lo consiglio vivamente.
E siccome mi piace di parlare dell'impatto che i libri hanno sulla mia vita o delle emozioni che portano alla luce, vi racconto del mio esperimento di Ecocucina, in pieno stile Lisa Casali.

Avevo delle bellissime clementine calabresi, non trattate, in grande quantità. Dopo averne regalate un bel po' e mangiate altrettante, mi sono resa conto di non riuscire a consumarle tutte in breve tempo e stavano iniziando a rovinarsi. Come fare per non sprecare nulla? Pensa, pensa, pensa....trovato!

Step 1. Il succo.
Ho iniziato con lo spremere le clementine per preparare dei ghiacciolini da gustare con l'arrivo dei primi caldi. 
Le ho spremute con lo spremiagrumi elettrico e ho messo quasi tutto il succo (ne ho tenuto da parte un bicchierone) negli stampini del ghiaccio. Il giorno dopo ho tolto i ghiacciolini dagli stampi e li ho conservati in una busta.




Step 2. Le bucce.
La spremitura con  lo spremiagrumi elettrico mi ha consentito di ottenere delle bucce perfettamente pulite dalla polpa al loro interno. Le ho prese e riposte sui caloriferi per farle seccare, in modo da ottenere dell'ottima materia prima per tisane, aromatizzare il te o come mi ha suggerito mia madre, farcire i fichi secchi, cosa che probabilmente lascerò fare a lei. 



Ho sfruttato il calore di casa senza accendere il forno. Le bucce si sono seccate in quattro - cinque giorni. Però tenete presente che qui in Terronia noi accendiamo i riscaldamenti solo poche ore, di sera, perciò se vivete in regioni più fredde, probabilmente ci metterete meno tempo.
Una volta seccate, le ho tagliate a pezzetti con la forbice e conservate in un barattolone di vetro. Non vi dico l'aroma che hanno sprigionato...




Step 3. La polpa
Come scrivevo sopra lo spremiagrumi elettrico mi ha permesso di separare bene la polpa dalla buccia delle clementine. Ho ottenuto così uno scarto di spremitura che non mi andava assolutamente di buttare.
Ne ho fatto perciò una marmellata.
Da tutta questa operazione ho raccolto circa 600 gr di polpa, a cui ho aggiunto il bicchierone di spremuta che avevo conservato e ldi zucchero di canna nella proporzione della metà del peso della frutta.
Ho fatto cuocere a fiamma moderata fino a raggiungere la giusta consistenza che trattandosi di agrumi non deve essere troppo densa, altrimenti raffreddandosi "pietrifica".
Come di consueto, ho conservato in barattoli sterilizzati e fatto raffreddare a testa in giù per creare il sottovuoto.




Allora? Che ne dite del mio esperimento di Ecocucina? Vi ho convinto a leggere il libro?




Lo sapevate che utilizzando le parti dei cibi che siamo abituati a scartare è possibile risparmiare anche il 20% sulla spesa? Il comune modo di cucinare genera una grande quantità di scarti alimentari: si eliminano bucce, foglie, gambi che non solo sono commestibili, ma spesso sono anche più saporiti e ricchi di nutrienti delle parti considerate "nobili". Grazie a questo libro scoprirete come ottenere il massimo, in termini di gusto e di risparmio, da scarti e avanzi, e imparerete a utilizzare metodi di cottura che vi faranno risparmiare tempo ed energia: stupirete i vostri ospiti con piatti da gourmet e farete, allo stesso tempo, un regalo a voi stessi e all'ambiente. Prefazioni di Maurizio Pallante e Andrea Segrè. 
Con questo post partecipo al Venerdì Del Libro di HomeMadeMamma 

7 commenti:

  1. Wow tesoro che meraviglia. Immagino il profumo in casa tua in questi giorni! Io le bucce le avrei usate anche per farci delle candele. ^_^
    Scusa sto in fissa con le candele in questo periodo! ^_^

    Ti abbraccio

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  2. Fantastico! non hai buttano nulla!! questo libro finisce dritto dritto nella "lista dei desideri"
    Ciao!

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  3. bellissimo post! ara so anche io cosa fare delle bucce di agrumi..qui, come ben sai, in abbondanza!

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  4. Bellissimo questo libro. Mi hai convinta;-))

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  5. Lisca: ho scoperto il suo blog da pochi mesi, ma lo adoro già. E il libro era già nei desiderata.
    Tu con le clementine sei stata grande: complimenti!
    Buon inizio di settimana,
    a presto!
    :-)

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  6. Sono rimasta a bocca aperta! Bravissima! Mi segno il libro! :)

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  7. Grande esperimento. Mi hai davvero stuzzicato al punto giusto. Non solo cercherò il libro ma vado a fare un salto nell'illuminato blog che citi e che - ahimè! - non conoscevo.

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