mercoledì 19 febbraio 2014

#52weekprojectquotes 8/52


" Leggere, come io lo intendo, vuol dire profondamente pensare"
                                                                                                         
                                                                                                                      Vittorio Alfieri


Appena laureata ho lavorato per qualche mese come tutor in un centro studi per recupero anni scolastici. E' stata un'esperienza molto forte da un punto di vista umano e altamente formativa per la mia personalità. Mi sono trovata catapultata in una realtà che ho avvertito subito come molto triste: incontravo per diverse mattine a settimana ragazzi e ragazze il cui unico scopo era fare contenti i genitori che spendevano una barca di soldi per il famoso pezzo di carta. Va da sé che la mancanza di partecipazione era pressoché totale, tanto più che io arrivavo quasi in chiusura di anno scolastico e che quindi avevo l'unico compito di aiutarli a preparare le tesine, dalla scelta dell'argomento alla correzione, fino ad arrivare alle discussioni e simulazioni d'esame.
Dopo poche settimane ho capito che a loro non interessava neanche fare quello perché, c'era qualcuno che veniva pagato anche per preparare le tesine e che quindi in quelle aule il mio ruolo era poco diverso da quello di un soprammobile.
Lì per lì mi prese lo sconforto, mi sentivo inutile, una povera ingenua! Poi una illuminazione. Telefonai a mia madre e la ringraziai per avermi, insieme a mio padre, sempre spronato a studiare perché finalmente avevo capito che il fine dello studio non era semplicemente il voto, ma il raggiungimento della capacità di pensare, di avere un' idea propria ed essere capace di esprimerla. Lo studio come la lettura erano state e sempre saranno un'opportunità di libertà.
Con quella consapevolezza finalmente acquisita iniziai a recarmi al centro senza libri di testo ma con un quotidiano e con i pochi ragazzi che avevano voglia di seguirmi iniziai a leggere qualche notizia e a lasciarli parlare, commentare, raccontare di sé.
Una delle ultime mattine uno di loro mi disse: " Mi piace quando ci siete voi perché ci fate parlare di cose reali e di noi, qui non lo fa nessuno". Io sottolineai che essendo arrivata a giochi già fatti non avevo potuto aiutarli molto ma una cosa tenevo a far loro comprendere: studiare li avrebbe resi persone libere perché la conoscenza gli avrebbe dato la possibilità di pensare da soli.
Non  li ho visti più e non so adesso dove siano né cosa stiano facendo delle loro vite, ma in cuor mio spero portino sempre con sé il ricordo di quelle ore di lettura giornali e lunghe chiacchierate.


mercoledì 12 febbraio 2014

#52weekprojectquotes 7/52


                                                                                                       Dante, Inferno, Canto XXVI                                                                                    
Ho sempre provato ammirazione per la figura di Ulisse. Ho amato l'Odissea fin da quando, ancora bambina sfogliavo l'enciclopedia illustrata che era stata di mia madre ragazza e ne leggevo degli estratti. Forse è stato così che mi sono appassionata alla mitologia classica.
Ulisse il coraggioso, Ulisse uomo scaltro, Ulisse che non ha paura di sfidare gli dei dell'Olimpo.
Ulisse che non cela ai suoi compagni il desiderio di sfidare i limiti della conoscenza, che si spinge sempre un po' più avanti, che li esorta a non vivere come bestie ignoranti ma a seguire la conoscenza proprio perché umani.
A volte credo che la passione che nutro per questo eroe sia dovuta alla mia propensione "a non sentirmi mai abbastanza". Pur essendo grata alla vita per ciò che ho, mi rendo conto di non essere mai pienamente soddisfatta, vorrei essere sempre di più, più brava, più colta, più coraggiosa, più sicura di me.
Come Ulisse mi capita spesso di sentirmi divisa in due, tra il godere delle gioie della quiete, della quotidianità, della semplicità e la smania di muovermi, di partire, di conoscere, andare oltre quella stessa quotidianità.
Sopravviverò a questo dualismo, imparerò a conviverci serenamente oppure una delle due me dovrà soccombere prima o poi?



mercoledì 5 febbraio 2014

#52weekprojectquotes 6/52




Ho trovato il bigliettino della foto in un libro di Isabel Allende, un paio di anni fa. Questo libro aveva stazionato per anni sulle mensole della vecchia cameretta a casa dei miei genitori senza che io lo avessi letto. La calligrafia è di mia madre, ma non ho ancora ben capito se trattasi di una citazione che ha voluto annotare durante la lettura (e che io non sono riuscita a ritrovare) o di una sua ispirazione del momento, che poi è rimasta lì tra quelle pagine. Non le ho mai chiesto di questa cosa e mai lo farò, credo.
Il piacere della sua scoperta è stata pari a quella di un tesoro e mi piace l'idea di portare con me, nei miei ricordi, questo mistero.
E voi avete mai trovato qualcosa di inaspettato tra le pagine di un libro?

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