mercoledì 20 marzo 2013

Semplicemente

Credo di averlo detto già altre volte sul blog che il mondo visto dai bambini riserva sempre sorprese inaspettate. Ed è meraviglioso trovare ogni giorno conferma di quanto sto sostenendo.
Antoine de Saint- Exupéry scrisse nel suo famosissimo libro " Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)".
Ma quando esattamente abbiamo smesso di guardare le cose con gli occhi dei bambini? Quando nella nostra testa si sono create tutte le strutture e le sovrastrutture che ci hanno fatto dimenticare la semplicità delle cose?
Stamattina ci pensavo scendendo dall'autobus e camminando verso l'ufficio. Sì perché a me il viaggio mattutino scatena sempre pensieri profondi (quando non mi si aggrovigliano le budella per la situazione drammatica dei trasporti pubblici!).
In particolare due episodi mi hanno fatto riflettere sull'estrema semplicità con cui i bimbi vedono le cose del mondo.
Il primo. Siamo diretti in auto verso il nido, accendo la radio e inizio a canticchiare "L'essenziale". Mia figlia mi chiede " Mamma cos'è l'essenziale?". 
Ecco, penso, domande esistenziali alle 8 di mattina, fantastico!
Io (un pò in difficoltà) : "l'essenziale è la cosa più importante che c'è, quella che ci serve assolutamente"
Siria: "ma allora anche l'elettricità è importante?"
Io (che mi aspettavo che dicesse sei tu mamma la cosa più importante): "bé sì, anche l'elettricità è importante."
E cala il silenzio. Sto ancora sudando per la spiegazione di poche settimane fa sulle pale eoliche che scopro che mia figlia è dotata di un notevole senso pratico e che neanche tre-enne ha iniziato a stilare la sua personale e semplice classifica delle cose importanti per sopravvivere.
Mentre rifletto su questi "massimi sistemi" e continuo a camminare verso l'ufficio, assisto ad un siparietto  davvero interessante. Un bimbo in età scuola d'infanzia, tutto carino con il suo grembiulino e scarpe da fighettino in erba, incontra con il suo papà una giovane zia sigarettomunita.
Si salutano e il papà gli intima: "Tesoro, dì alla zia che non si deve fumare!"
E la zia prontamente risponde: "E' vero amore! Vedi? La butto subito!" e getta il mozzicone in terra.
Il bimbo allora con tono di rimprovero le dice " Zia e non si butta neanche a terra!"
In quel momento, sorpassando il terzetto, sono scoppiata in una risata mentre la maleducata signorina, che probabilmente avrà desiderato scomparire, si contorceva in una smorfia di imbarazzo!

Nel giro di un'ora ho ricevuto due lezioni di semplicità e mi sento enormemente arricchita.
Ora, la butto lì...non è che un governo tecnico di bambini riuscirebbe a risollevarci da un ignobile destino?

venerdì 15 marzo 2013

La Scelta


“Sono le scelte che facciamo che dimostrano quello che siamo veramente, molto più delle nostre capacità”

Albus Silente - Harry Potter e la Camera dei Segreti



C'è stato il silenzio stampa in casa MotoPerpetuo in questo ultimo mese. 
Non sono quella che scrive solo quando va tutto bene, a cui piace far vedere solo le belle fotografie della famiglia serena e felice.
Ma alcuni eventi un tantino delicati hanno assorbito le mie energie, e nonostante io abbia continuato a leggere con piacere i blog che seguo, non ho avuto voglia di scrivere e raramente ho lasciato un commento.
Poco più di un mese fa è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia che i miei due capi, per incomprensioni ormai insanabili, hanno deciso di separarsi e di sciogliere la società per la quale lavoro.
Da quel momento è iniziata una guerra intestina a suon di meschinità e colpi bassi per accaparrarsi quanti più clienti è possibile e ricostruire i nuovi gruppi di lavoro.
Inutile spiegare le ripercussioni psicologiche su noi dipendenti di tutti questi eventi, lo stato d'animo con cui abbiamo affrontato le scadenze e il lavoro quotidiano.
Mi sono sentita al centro di una tormenta e perciò tormentata alquanto, ho dovuto fare una scelta importante: che fare, dove andare, da che parte stare.
Mille dubbi mi hanno assalita e altrettante pressioni ho subito dall'ambiente circostante. Confesso che non credevo di poter diventare oggetto del contendere per i due capi, e se la cosa mi ha lusingata  mi ha anche enormemente turbata.
Ho dovuto scegliere mettendo sui piatti della bilancia la dignità da un lato e la certezza dello stesso stipendio dall'altro. In passato mi ero chiesta più volte come avrei reagito ad un evento simile e in maniera semplicistica pensavo che mi sarei "venduta" a chi mi avrebbe dato più certezze.
Nei fatti però ho fatto una scelta diversa. Ho scelto la strada più difficile, quella dove le uniche certezze sono la mia dignità e la stima che mi è stata riconosciuta, quella dove forse per molti mesi lavorerò a scartamento ridotto e per meno "dinero", quella dove sono io, Verdiana, ad aver valore e non la quantificazione del mio lavoro.
Non è stato poi così difficile scegliere, non ho avuto dubbi su quale fosse la strada da percorrere; ho avuto qualche timore per l'incertezza che sta per arrivare, ho passato qualche notte insonne per il senso di smarrimento che la nuova situazione mi stava provocando, ma giorno dopo giorno è maturata anche la consapevolezza di aver intrapreso il giusto cammino, che non è sbagliato aver paura del futuro, l'importante è non lasciarsi paralizzare dalla paura, ma guardare avanti fiduciosi che tutto si sistemerà.
E se proprio non dovesse andare, non potrò rimproverarmi niente perché in questo periodo ho imparato tanto sulle persone e sul comportamento umano, ho aggiunto un altro tassello al puzzle di me stessa e soprattutto ho sentito nella carne il valore della mia dignità .




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