giovedì 3 novembre 2011

Parliamone

Sono in pausa. Mangio davanti al pc e leggo questo post . Un brivido mi percorre la schiena, mi sento gli occhi gonfi di lacrime. Ma il contesto non è consono. E allora scrivo. Di getto. Tutto quello che mi passa nella testa.
Diventare madre non è facile, anche se una figlia la hai ardentemente desiderata. E' che prima non ci si rende conto di quanto i cambiamenti saranno drastici, di quanto la tua vita sarà nel bene e nel male sconvolta dall'arrivo di questo esserino. Il calo degli ormoni fa poi la sua parte e la solitudine completa il tutto.
Sì. Io mi sono sentita sola. Dopo le prime settimane, in cui mia madre è stata amorevolmente con me, per darmi un primo aiuto, ho passato dei mesi difficili. Momenti in cui il visino di mia figlia mi faceva andare in estasi erano alternati al desiderio di stare sola, mezz'ora soltanto, io senza di lei. Invece per l'intera giornata ero sola con lei, lei vispa e vivace fin da subito, lei che di giorno dormiva poco e io avevo difficoltà anche ad andare in bagno, lei che da sveglia non voleva stare nella carrozzina o nella sdraietta ma solo in braccio, alla scoperta del mondo. E lui che tornava di sera, tardi, stanco (solo lui?!) e che forse ancora non aveva metabolizzato il cambiamento., che non si spiegava cosa fosse quel mio muso lungo. E' vero, non se ne parla abbastanza,  la  maternità è bellissima ma tante mamme "dal vivo" non dicono la verità, e cioè che è fatta  anche di momenti bui, di labirinti di emozioni in cui ci si può perdere facilmente, che bisogna pian piano trovare un nuovo equilibrio...pochi ammettono le proprie debolezze, io stessa non riuscivo a parlarne apertamente, perchè vivevo queste emozioni, fortemente contrastanti, e pensavo che una mamma non può sentirsi così...è sbagliato...
Ho pianto tanto in quei mesi, di nascosto e non solo, di notte con la testa nel cuscino, quando dormivo con Siria in un'altra stanza per non disturbare lui che doveva andare a lavorare. Avrei voluto ricevere quella comprensione, quel sostegno morale che ogni neomamma dovrebbe naturalmente avere dalle persone a lei più vicine e invece niente, tranne nei giorni in cui mi rifugiavo a casa dei miei. Lo so avrei dovuto chiederlo l'aiuto, ma non ne sono stata capace, mi vergognavo, non volevo passare per la donna maniaco-depressa, mi ripetevo che ne sarei uscita. E per fortuna è stato così...poco alla volta ho iniziato a riassestarmi, e forse il rientrare a lavoro è stato importante per riprendermi un pezzetto di me.
E allora rompiamolo il silenzio, senza aver paura di sentirsi inadeguate. Io mi sono sentita così, ed è sbagliato.
Parliamone, sinceramente, perchè la luce alla fine del tunnel c'è, è solo che una mamma può aver bisogno di qualcuno che glielo ricordi. Parliamone, perchè la nostra esperienza può aiutare altre neomamme a non sentirsi sole.

12 commenti:

  1. Tesoro..un post di getto,un post di cuore!!!
    Ho letto quello da cui è partita la tua riflessione...è vero anche il bimbo più desiderato sconvolge inevitabilmente la vita...non è facile affrontare il cambiamento e mi spiace per la solitudine che hai provato e sono felice di sapere che racconti di un tempo ormai passato...
    io di fronte ad un primo attimo di smarrimento mi sono guardata intorno e ho capito che molte donne vivevano come me l'arrivo del bimbo e mi sono sentita sollevata..da lì tutto è stato più semplice e con il secondo figlio ancora di più ...se solo parlassimo,se solo smettessimo di vergognarci...
    sarebbe tutto più semplice
    Ti abbraccio forte
    un bacio

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  2. Mi hai fatta piangere.
    Ho letto il post di Wonder e ho trovato il tuo commento.
    Ti capisco, ci sono passata e forse ci sto passando ancora adesso.
    L'unica cosa che mi sento di scriverti è: stiamo vicine. Solo chi comprende il cuore e il dolore di un'altra mamma è in grado di consolare e aiutare.
    Ti mando un abbraccio che, spero, arrivi fino a lì.

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  3. Hai ragione un figlio anche molto desiderato sconvolge e sconvolge tanto , hai ragione bisogna parlarne di più , ma questa società non ci permette di essere umane bisogna sempre essere perfette e la comprensione è talvolta molto difficile da trovare!

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  4. Concordo in tutto....anche io ho avuto periodi bui, di tristezza fino ad arrivare ad avere un vero e proprio attacco di panico...lì mi sono spaventata e sono finalmente riuscita a chiedere aiuto...e poi quando sono tornata a lavoro ho cominciato a stare meglio....ed è tornato tutto alla normalità...
    grazie per aver condiviso la tua esperienza...:)

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  5. Si.. dobbiamo parlarne sempre e sempre di più..
    Purtroppo però con l'esperienza che ho avuto io, non si è comprese sempre, o meglio, da chi vorremmo davvero un sostegno, un aiuto.. Questo perchè nessuno può capire se non vive o non ha vissuto 25 ore su 24 con il proprio figlio o comunque con un bambino appena nato che dipende solo ed esclusivamente da noi...
    Io non mi vergognavo di esternare le mie difficoltà, il mio stare male a volte, ma la persona a cui stavo chiedendo aiuto puntualizzava sempre il fatto che io non fossi una "brava mamma".. Spesso mi sentivo dire e ODIO questa frase: "..prima fanno i figli e poi non li vogliono".. Io volevo e voglio un bene smisurato per mia figlia.. però avevo bisogno di staccare, di farmi anche una sola doccia in pace, senza pensare ad altro..
    Ecco, questo i ha fatto più male, non essere compresa..
    Bisogna parlarne, parlarne, parlarne perchè anche quelle persone si rendano conto di quanto sia difficile..
    scusa il mio commento troppo lungo..
    Ti abbraccio..

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  6. Grazie Rosa per il tuo contributo! Un abbraccio anche a te!

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  7. Stessa cosa... io però dormivo 3h al giorno; la notte dormiva 3h a malapena e poi si svegliava così trascorrevamo l'intera nottata a giocare sul tappetone che avevo messo in cucina; appena si addormentava si svegliava mio marito che doveva andare a lavoro quindi...preparare colazione e tutto il resto, sistemare casa e... zact si svegliava nuovamente appena mi sedevo sul divano per riposarmi un po'. Appena nato aveva il problema della poppata, crescendo... voleva giocare giocare giocare ed io non dormivo. Mio marito esce e usciva la mattina alle 9 e tornava la sera alle 20; bisogna comunque preparare la colazione, pranzo, cena e fargli trovare tutto pronto. Lui diceva che era stanco perché aveva lavorato tutta la giornata (lo dice anche ora), mentre io stavo a casa....
    Solo dopo che ha compiuto i 2 anni riuscivo a farlo stare dai miei genitori o da mia sorella per una mattinata e poter dormire un po' di più; sono stata malissimo, ero stressata, piangevo anche io ma avevo un doppio problema... mia suocera psicologicamente malata che mi veniva a dare fastidio (lei abita all'appartamento sotto).

    Come vedi non sei sola, basta avere la mente lucida e nei momenti di crisi chiamare una persona che riesce a capirti (io chiamavo il mio dottore e il mio parroco).

    Anche io non riuscivo ad andare al bagno, farmi una doccia; nulla. Tutt'ora se vado in bagno non devo farmi sentire e mi chiudo dentro. Quando esco, a volte, mi ritrovo il mio bimbo di 7anni che mi aspetta nell'antibagno seduto sullo sgabello.

    ;)

    Baci e buon fine settimana

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  8. credo che la parte più difficile sta nel parlarne apertamente e scoprire che non siamo le sole
    ti abbraccio forte forte perche tutto quello che hai scritto l'ho sentito anche io

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  9. bravissima. non c'è bisogno di dire altro. grazie per averlo scritto. :) lisa

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